Scendere a Capri fa sempre un effetto inebriante, come trovarsi in un piccolo paesaggio delle favole, ma reale con le persone e la vita vera. E dentro ci sei tu in quel momento che riesci a malapena a carpire le miriadi di emozioni che ti attraversano. Dai film anni 50 entrati nel tuo background, alle passerelle, alla storia di chi ci è passato, dei più grandi personaggi del secolo scorso. Dalla moda, alla politica, al cinema. Tutti sono stati a Capri. Anche io. E più di una volta. E ognuna di queste ha impresso in me un segno diverso e indelebile; un marchio che mi richiama a tornare ogni lasso di tempo ragionevole a sostenere nostalgia e distacco. Dal paradiso.
Piccolo minuto, come la casa di bambole. Cammini per strada come se facessi parte dei personaggi di un presepe, la funicolare è un giocattolino che si muove davvero e ti porta in alto. Poi i profumi dei limone, delle piante, del mare ti attraversa e ti purifica da ogni pensiero triste, dalla stanchezza, dalla vita di tutti i giorni. Qui si mangia il miglior cibo del mondo, per me.
In questo lembo di terra minuscolo si aprono le danze di due cucine stellate, partenopee nel cuore e nel piatto. Evolute nel tempo e nella formazione da viaggi, contaminazioni e dal lavoro con i grandi Salvatore La Ragione del Ristorante Mammà e Luigi Lionetti del Ristorante Monzù, del Punta Tragara Hotel. La Stracasa, a picco sul mare con di fronte i due re assoluti, i Faraglioni.
Imperdibili i loro piatti che scorrono qui di seguito in una galleria estetica del gusto assoluto.
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