Ci vogliono un paio di giorni per raccogliere le idee e svegliarsi da un torpore e da uno stupore, che erediti da un’esperienza così totalizzante come quella di Gente del Fud al Salone di Torino.
Ora mi sono svegliata, credo, e cercherò di trasportare almeno una piccola parte di quello che si prova. Quando si dice che la realtà supera di gran lunga le aspettative, quando il destino ci riserva sorprese ancora più belle di quanto noi stessi potessimo desiderare; incontrarsi di persona, dopo mesi o anni di blogging, si rivela come l’incastro perfetto delle tessere di una partita a tetris. E i timori, le reticenze, le timidezze dissolte in un istante al primo ciao e alla prima risata, che non si è mai spenta. Nonostante la stanchezza era impossibile non scorgere un sorriso, una mano che ti passava un piatto, o un bicchiere delle meravigliose birre artigianali che accompagnavano le nostre portate.
La vastissima esposizione al Lingotto della Fiat suddivideva gli stand in regioni, e poi c’era l’ala del mondo. “Io sono qui in Piemonte ad assaggiare il gianduiotto di Gobino, ora vado in Malesia a prendere il pepe nero del Rimbas” così per un gioco di parole, tramite il cibo si sono attraversate regioni e continenti in un viaggio sensoriale irripetibile.
Cibi che cambiano il mondo.
Il cibo e la tavola sono un collante imprescindibile delle relazioni umane: è un fatto sociale; cucinare insieme poi rasenta una danza di sensazioni e di armonie, che ricordano la musica di un’orchestra, dove il maestro qui era la Pasta Garofalo, in tutte le sue persone da Emidio, a Giorgio a Valentina a Piero… e noi gli orchestrali felici come pasque. E indossare le magliette di Gente del fud con i disegni di Gianluca Biscalchin, girare fra gli espositori e sentirsi parte di questo progetto, beh parafrasando altri, non ha prezzo.
E’ come identificarsi in quelli che intendono il cibo come espressione di una cultura, antica o nuova non importa; che intendono un prodotto come lavoro, cura e passione; è leggere nei volti di chi porta quei prodotti, la soddisfazione di un papà per un figlio che è stato promosso: l’orgoglio dentro. E’ un’esperienza che porterò per sempre nel cuore, l’umami dei bloggers.
E poi Torino, che ha cullato questo evento… una città meravigliosa, elegantissima con i suoi edifici in stile Liberty, i tram, gli eleganti colonnati, il profumo di cioccolato e musica ovunque, come fosse un accogliente salotto di casa. La perfetta cornice di un bel film come questo, che ho vissuto.
Palazzo Reale, gli appartamenti dei Principi, l’immensa stoviglieria e … Le Cucine. A voi amanti del cibo, lascio queste immagini delle sale delle cucine Reali, che su di me hanno avuto l’effetto di una bacchetta magica: mi hanno trasportato in un altro tempo nel mio luogo d’elezione. E ho vissuto un film dentro al film.









